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XXXV ASSEMBLEA CONGRESSUALE UPI: - discorso del Presidente della Provincia di Viterbo in qualità di Presidente UPI Lazio

- discorso del Presidente della Provincia di Viterbo in qualità di Presidente UPI Lazio

Signor Presidente della Repubblica,

Colleghi Presidenti, Cari delegati, Autorità tutte, è per me un grande onore darvi il benvenuto a nome delle Province del Lazio e di tutta la comunità provinciale italiana. Un benvenuto speciale va a Lei, Signor Presidente, a cui rivolgo un ringraziamento profondo. Grazie, Signor Presidente, per il costante impegno con cui rappresenta l’unità del nostro Paese, un’unità che non si limita a un confine geografico, ma si esprime attraverso la coesione tra le diverse autonomie territoriali. Ed è proprio a questa coesione che le Province lavorano ogni giorno, spesso lontano dai riflettori, con il cuore, con le mani e con la testa.

Le Province Lazio, che oggi ho l’onore di rappresentare in questa sede, rappresentano territori pieni di bellezza e complessità, di sfide e opportunità. Le nostre istituzioni, come le altre in Italia, stanno scrivendo una storia importante: quella della collaborazione e della rete. un viaggio che ci porta a dialogare con i Comuni, con la Regione, con lo Stato e con l’Europa. Abbiamo imparato a unire le forze, a costruire ponti tra istituzioni e a lavorare come una squadra. Questa rete è il nostro scudo contro l’isolamento e la nostra leva per garantire che i bisogni delle comunità locali trovino una risposta adeguata e tempestiva.

La nostra azione non è senza ostacoli. Ci troviamo davanti a difficoltà che ci mettono alla prova: l’incertezza normativa che ancora grava sulle Province, i limiti delle risorse e la complessità di un sistema che non sempre ci consente di esprimere tutto il nostro potenziale. È giunto il momento, e lo dico con convinzione, di tracciare una strada chiara per il futuro delle Province. Abbiamo bisogno di una riforma definitiva, che ci restituisca certezza di indirizzo e strumenti adeguati per servire al meglio i nostri cittadini.

In questa sala, sono certo, condividiamo tutti una visione comune: una Repubblica che sappia ascoltare e valorizzare le autonomie locali. Lo dice la nostra Costituzione, nell’Articolo 5, quando afferma che “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali” È un principio che non solo ci guida, ma ci ispira ogni giorno nel nostro lavoro.

E proprio perché rappresentiamo un presidio delle autonomie, i Presidenti di Provincia e gli amministratori locali sono un argine fondamentale contro le prevaricazioni, le speculazioni e le derive di chi guarda ai nostri territori come a qualcosa da sfruttare piuttosto che da proteggere.

Siamo qui per difendere il patrimonio naturale, storico e culturale che ci è stato affidato e per garantire che ogni cittadino trovi nelle istituzioni un alleato, mai un avversario.

La nostra è una missione di vicinanza e ascolto, fatta di chilometri percorsi per raggiungere i Comuni più piccoli, di mani strette nelle piazze, di decisioni prese nel rispetto delle comunità. È un viaggio che ci vede tutti protagonisti, nella quotidianità a volte difficile, ma sempre animati dalla passione per il bene comune.

Signor Presidente, cari colleghi, Il futuro delle Province non è solo una questione amministrativa; è una sfida per la democrazia. È la possibilità di costruire istituzioni sempre più capaci di rispondere ai bisogni dei cittadini, di custodire le nostre identità e di preparare le nuove generazioni a un domani di responsabilità e solidarietà. Concludo con una riflessione semplice ma, credo, essenziale. Il nostro compito è chiaro: continuare a lavorare con determinazione, come garanti di coesione sociale, come motore di sviluppo locale e come custodi delle radici e delle aspirazioni dei nostri territori, perché solo così possiamo dare futuro alle nostre comunità e forza al nostro Paese.




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